martedì 12 marzo 2024

APERTURA BLOG

ciao a tutti mi chiamo fabrizio e faccio il secondo biennio,ho parlato con la professoressa ed abbiamo pensato che fosse una buona idea avere uno spazio dove tutti possano mettere sia progetti del lavoro che stiamo svolgendo,ma anche link,testi e video relativi al corso.
spero che sarà utile per tutti grazie.
fabrizio

venerdì 12 marzo 2010

Andrei Molodkin, la morte ti fa bello
































La biennale di Venezia non è ancora cominciata ma noi siamo già in grado di informarvi sulle ultime notizie riguardanti uno dei protagonisti dell’atteso evento artistico. Ed ecco quindi a voi la seguente notizia a dir poco stupefacente e non poco raccapricciante: l’artista russo Andrei Molodkin esponente di punta del panorama della giovane arte contemporanea ed ovviamente punta di diamante della Russia alla biennale, ha intrapreso una sperimentazione che porterà la body art ai livelli più estremi di ricerca. Mediante l’uso di una speciale macchina in grado di portare ad ebollizione carcasse e cadaveri l’artista è in grado di produrre niente meno che petrolio che poi potrà essere versato in appositi stampi per produrre speciali sculture ed alimentare persino automobili.

Molodkin afferma di aver già provato con la carcassa di un cane defunto il famigerato macchinario che sarebbe in grado in tre/sei mesi di produrre petrolio. Adesso aprite bene le orecchie: Molodkin sarebbe in cerca di volontari post mortem, sembrerebbe che la reporter della BBC Sasha Gankin abbia già siglato un accordo per essere tramutata nella scultura di un cervello dopo la sua morte ed anche la porno star francese Chloé des Lysses vorrebbe far parte di una macabra scultura.

UNA MOSTRA BELLISSIMA:GILBERTO ZORIO AL MAMBO DI BOLOGNA





























































Ha aperto da pochi giorni al MAMbo un’importante retrospettiva su Gilberto Zorio, uno dei padri dell’Arte povera, il cui lavoro è incentrato sui simboli, sull’energia, sulla materia e i suoi mutamenti.

Per la mostra, che presenta lavori di Zorio dal 1966 al 2009, l’artista ha realizzato appositamente “Torre Stella Bologna”, una sorta di imponente fortezza dalla pianta a forma di stella a cinque punte, collocata nella Sala delle Ciminiere. La forma dell’opera non è direttamente percepibile, ma seguendone il grande perimetro la si scopre.

Molte le stelle in mostra: è un simbolo atavico amato da Zorio, che la definisce “proiezione del cosmo nella nostra considerazione delle cose”. Da “Stella incandescente” del 1972 a “Stella di giavellotti” del 1974, da “Stella di bronzo” del 1978 a “Stella Pyrex” di quest’anno.

Altri elementi ricorrenti nel suo mondo sono ad esempio la canoa e il giavellotto, con l’alchimia che sempre fa da sfondo alle sue ricerche. Alchemia come processo di trasformazione degli elementi utilizzati nell’arte, come ad esempio come l’ossidazione o l’evaporazione. Una delle cose che più preferisco del lavoro di Zorio è data dal fatto che le sue sculture sono quasi sempre di grandi dimensioni, ma spesso i materiali sono delicati e quasi fragili… Per i molti amanti di Zorio.

MARK PAULINE:SRL-SURVIVAL RESEARCH LABORATORIES

MARK PAULINE:SRL-SURVIVAL RESEARCH LABORATORIES

























































Mark Pauline è il fondatore del gruppo Survival Research Laboratories, che ha base a San Francisco dal 1978. Con i collaboratori più stretti, Matt Heckert ed Eric Werner, ha progettato o creato delle macchine di leggendaria distruttività e orrore, nelle quali si integrano minacciose metafore meccaniche e cadaverici residui animali. Jon Reiss ha raccolto varie riprese video della loro attività e, ultimo, un film in 16 mm. coprodotto con gli stessi SRL, che documenta le laceranti gesta degli ultimi predatori costruiti, coinvolti in combattimenti Incendiari dalle mitiche dimensioni, sullo sfondo di uno scenario incredibilmente apocalittico, progettato da Michele.
La miseria di prima mano che il pubblico potrebbe potenzialmente soffrire è parte significativa di una dichiarazione creativa.
"Re/Search" Pranks
Cosa pensi del tentativo di considerare i tuoi spettacoli come una conseguenza di una nevrosi personale?
Per me questo è un esito positivo. Solitamente le nevrosi non hanno nemmeno un esito, si rinchiudono semplicemente in se stesse, con comportamenti eccessivi e poco interessanti, senza andare molto lontano. Per cui sarò il primo ad ammettere che i motori che guidano quello che faccio sono molto simili a quelli di vari comportamenti ossessivi. Cosicché l'ossessione diventa un mio strumento. In che modo la gente si trascina nel far qualcosa a parte svaccarsi, fumare sigarette e bere birra tutto o il giorno? Qualsiasi modo in cui tu riesca a raggirarti per metterti a fare qualcosa è valido.
A proposito dello spettacolo a Copenaghen hai detto, precedentemente, di voler portare alla luce ciò che è sommerso. Interpreti le grottescherie di quell'architettura come rappresentative della soffocata realtà interiore della gente.
Ci siamo mossi come in una sorta di missione, conferitaci proprio dalle caratteristiche di quella città; in quel tipo di democrazia sociale dove il benessere viene livellato, poiché la maggior parte della gente appartiene allo stesso strato sociale, ci sono aspetti che devono essere repressi, tensioni e impennate di creatività e auto riflessione che diventano atrofiche. Il fatto di essere sul posto, ci permetteva di essere l'innesco dello stravolgimento. Abbiamo vagato per una settimana attraverso tutta Copenaghen, cercando di coglierne le atmosfere, abbiamo parlato senza posa con migliaia di persone. Restavamo, però, ancora limitati a una visione superficiale, e io volevo arrivare alla giugulare. La vena vitale si trova tra i monumenti, il loro aspetto grottesco e l'apparenza dimessa della gente. Ci chiedevamo come mai non fossero felici. L'alcolismo è un fatto reale: tutti prendono il tono dell'autocommiserazione nel darvi una spiegazione "siamo così repressi qui". E poi in quella sirenetta si esprime l'intera identità della città; attributo strano per una sirenetta alta solamente un paio di piedi. Inoltre, la Danimarca ha un'agricoltura impostata sulla pastorizia e le sue genti amano considerarsi un popolo di agricoltori pacifici. Tutto è estremamente pulito ed esente da sgradevoli odori.
E allora, come ti rapporti con tutto questo?
Abbiamo regalato a quella piccola sirenetta una struttura con due teste alte oltre 2 metri, costruita con una carcassa di vacca sistemata su un aggeggio in grado di scorrazzare ovunque, le sue zampe incrociate proprio sopra un tino, di circa 900 litri, pieno di formaggio andato a male e in ebollizione sopra un enorme fuoco di carbone. Avevamo anche innalzato enormi spire e altre strutture angolari in perfetto stile danese moderno: come le pile di legno sopra a un piedistallo ottagonale, molto regolare, molto razionalizzato, con un enorme teschio di vetro in cima. C'erano odoracci e, sullo sfondo, un enorme battello... con un'incredibile quantità di fumogeni, un gigantesco vascello che trascinavamo fuori dal molo, dove si svolgeva una scena di disastro vichingo, arricchita da un impatto intensamente emozionale sul finale.
In definitiva, era un modo per sollevare qualche interrogativo sui loro antenati che erano stati così pieni di energia vitale. E la reazione è stata incredibile, poiché, in quei luoghi, non avviene mai nulla di particolarmente straordinario. I media vi apposero il chiavistello, creando il caso. Rilasciai almeno una ventina di interviste, dove facevo dichiarazioni come: "quel cranio di vetro, perché la psiche scandinava è così opaca, il piedistallo ottagonale rappresenta la vostra psiche intrappolata nella struttura regolare che la cultura vi impone". Tutti si dimostrarono estremamente coinvolti da queste riflessioni che si aprivano sulla loro stessa cultura, e alle quali non avevano mai pensato. Facemmo sold- out.
Niente rogne da parte delle autorità?
Al contrario, gli è proprio piaciuto; anche i pompieri vi hanno partecipato. Ci diedero anche un po' di fumogeno, degli esplosivi, per loro era come fare un giro gratis sulla giostra. Ci lanciavano contro degli oggetti, sul finire puntarono gli idranti contro tutto, urlando e ridendo... finché con le asce si misero a spaccare le finestre del battello che era sul palco. In questa atmosfera anarchica, tra quei ragazzi in uniforme con quegli strani cappelli, il capo incendi diceva: "Qui non ci sono mai incendi, vi siamo grati per avercene forniti un po' da spegnere". Dopo sono venuti anche al party.
Chi ha pagato?
Il governo. Là, non c'è un dipartimento della difesa, o altro, che faccia da spugna per il capitale in eccedenza.
Avete avuto contatti anche con degli squatter di Amsterdam?
Sono venuti da noi prima di uno scontro, ci hanno detto: "Senti, tu conosci un sacco di tecniche e cose simili; la polizia farà un raid al nostro posto e noi pensiamo di sapere quando sarà, più o meno. Probabilmente il giorno seguente il vostro show. Non hai nessuna idea da darci?", "Butteranno giù tutto, no?" dissi io; alla risposta affermativa, continuai "Beh, potreste fargli un bello scherzetto. Penso che potreste usare la nostra macchina del fumo", uno di quei grossi generatori militari della seconda guerra mondiale. Produce 28.000 metri cubici di fumo al minuto. Diedi un'occhiata alla piantina che avevano fatto del posto. C'era un punto in cui i poliziotti non potevano arrivare subito poiché vi era di mezzo un rivolo. "Questo è il posto giusto, coprirà tutte le strade di fumo," suggerii, "non saranno in grado di beccarvi qui. Poi potreste incendiare tutto il posto: rompere tutte le finestre di ventilazione, ammassare materiale cartaceo. Procuratevi 20 litri di olio, raccogliete legna secca e piazzateli sopra dei pneumatici. Poi pigliate gli estintori e riempiteli di benzina. Fate in modo che tutto sia pronto dal giorno precedente, versate l'olio cosicché s'impregni a fondo. Rompete le finestre del retro per creare una buona corrente, fate dei buchi nel pavimento così le fiamme potranno salire molto velocemente. I ragazzi fecero: "O.K." e l'hanno realmente fatto! Ci avevano anche chiesto di aiutarli, ma la gente che ci portava in giro ci sconsigliò di venirne coinvolti. Siamo però restati a vedere. La polizia arrivò. Loro erano tutti sui tetti di queste 20 costruzioni tutte in fila. Due grosse fila di edifici di quattro piani dalle dimensioni di un isolato e mezzo. C'erano alcune centinaia di poliziotti. Gli squatter accesero il generatore, impedendo ai poliziotti di vedere alcunché e obbligandoli a battere in ritirata. Nel frattempo un bel po' di gente uscì sul tetto e iniziò a lanciare pietre e tubi ai poliziotti, mentre gli altri a pianterreno portavano un attacco contemporaneo. Una ventina di "uniformi" riportarono delle lesioni e furono obbligati ad abbandonare il luogo. I ragazzi avevano ancora 200 litri di olio, sufficienti per quasi un'ora di fumo, che intanto continuava incessantemente ad uscire.
Sono fatte delle riprese?
Sì, dalla polizia. Ma siamo riusciti ad averne una copia, avevamo detto che gli squatter ci avevano rubato la macchina. Nella confusione sono usciti tutti in strada e gli squatter se la sono svignata dal retro. Il giorno seguente chiamammo la polizia denunciando il furto della macchina del fumo ed esigendola indietro, pensando che fosse nello squat.
La polizia, però, rispose che non c'era nessuna macchina sul posto; stavano chiaramente cercando di tenerla come prova.
Te la restituirono poi?
No. Però, qualcuno me ne ha data una nuova di zecca proprio ieri.
Nella storia di Amsterdam la frontiera tra l'intento artistico e l'azione politica diretta è più indistinta, ma spesso non è così.
Non succede qui; la gente non è abbastanza impegnata per fare qualcosa di così rischioso. A volte, mi viene chiesto di fare delle cose qui, mi si chiede di portare delle macchine quando questi idioti scendono in centro a protestare su qualsiasi cosa. Gli rispondo: "Quando farete qualcosa di veramente serio e la smetterete di fare dei giochini". Loro (il potere) non scherzano, perché noi dovremmo scherzare con loro? Allora meglio ignorarli... Sappiamo come sono le proteste. Abbiamo una struttura categorizzata di come fare una protesta, attraverso l'interpretazione di un piccolo dramma politico. E siccome tutti sanno cosa aspettarsi, non ha alcun effetto... è funzionale al governo. Negli Stati Uniti le cose sono così dissociate che un atto e le proprie implicazioni non hanno alcuna relazione con la maggior parte della gente. Spesso è solo l'arroganza della disperazione che si esprime qui, poiché tutto è così sottile, e ci vuole un grande sforzo per analizzare quello che succede nella cultura americana. E chiaro ciò che succede: qualsiasi cosa debba essere, in realtà è qual cos'altro.
Non era la prima volta che la tua realtà, o S/r/l/ealtà, artistica si sovrapponeva alla realtà sociale con un'azione diretta... sto pensando alle manipolazioni che facevi un tempo sul cartelloni pubblicitari.
Cerco di tenermi a distanza dalla "politica", perché sento che non va sufficientemente lontano. A un certo livello, è finta; penso che la politica organizzata sia una contraddizione in termini. Il vero lavoro avviene in modo molto più strisciante. Del tipo di politica che appoggerei, se la facessi, non parlerei. Mi spiego: ci sono cose che faccio che potrebbero venire lette come estremamente politiche, ma io... L'intensità passa quando nessuno ne è a conoscenza. Questa è un po' la filosofia che si celava dietro la mia attività di "prankster". I "pranks" ("scherzi" o "burle", N.d.T.), come ad esempio le manipolazioni sui cartelloni pubblicitari, sono degli attacchi costruiti contro la struttura della società, uno scoppio inaspettato. L'inaspettato, l'elemento di sorpresa trasposto in un atto mordace, che è, in ultima istanza, una violenza contro la società costituita.
Hai mai l'impressione di celebrare una sorta di rituale sciamanico attraverso lo spettacolo?
Mi piacerebbe pensarlo; il modo in cui percorro questa strada è, probabilmente, solo una specie di esposizione triste di come stanno le cose qui. Forse è come se l'unica speranza che tu possa avere sia essere irrazionale. O almeno per me. Come atto politico deve essere non specifico. Ogni volta che faccio una dichiarazione definitiva, o che gli spettacoli dicono qualcosa di definitivo, poi finisco per contraddirmi a più livelli.
La sensazione di pericolo fisico subita dal pubblico è sicuramente un elemento del tuoi spettacoli...
In passato gli spettacoli erano molto più pericolosi di adesso. Ma ora sembrano esserlo molto di più
di quanto lo fossero allora. E questo perché nei primi spettacoli io non ero consapevole della tecnologia, e di come controllare e imbrigliare questo tipo di cose. Voglio dire che, fondamentalmente, hai a che fare con una situazione dove ci sono un po' di macchine che fanno parte di uno spettacolo al quale delle persone assistono, e che tu devi riuscire a trascinare nel clima, seppur non ci sia un'"azione" nel senso tradizionale del termine. Devi avere qualcosa che garantisca il flusso dell'azione e ne conservi l'unità; in passato questo qualcosa doveva essere veramente intenso, e, per farmi capire, aggiungo che è in questo modo che mi sono ferito alla mano. Stavo usando dei razzi non guidati, con la testata ad alto potenziale esplosivo, roba che se ti colpisse t'ammazzerebbe. E noi li usavamo negli show dei primi anni, assieme ad altre macchine che sparavano benzina... All'ultimo spettacolo non avevamo nessun vero esplosivo, sono delle esplosioni alimentate a gas che hanno un impatto molto più intenso. Aggeggi bizzarri a sei tamburi che allo scoppio fanno seguire l'onda d'urto; ti colpiscono e ti sbattono indietro sulla seggiola, come paralizzato, e questa è la paura dell'inconosciuto.
Hai avuto fortuna durante i primi due anni...
Direi che sono stato maledettamente fortunato che un sacco di cose non siano successe, devo ammetterlo. D'altro canto, però, mi è capitata questa cosa alla mano che ha veramente cambiato il mio atteggiamento. Fondamentalmente mi ha fatto capire che si sono situazioni cosi pericolose da rasentare la follia; e ce ne sono altre che pur essendo azzardate possono essere controllate da persone affidabili. Decisi bene di non costruire più elicotteri da volo libero. Non costruirò più razzi a motore simili ai missili contraerei Stinger. Non voglio più fabbricare dinamite nel mio giardino. Lavorerò con materiale più sicuro e di migliore effetto.
Hai subito su te stesso ciò che sarebbe altrimenti toccato al pubblico.
Be', ha definitivamente moderato quella specie di mio atteggiamento da ragazzo arrogante borghese bianco al quale non è mai successo nulla.
Si crea una tensione, nello spettacolo, tra gli elementi deliberatamente organizzati e quelli casuali? C'è tensione tra simbolismo e immaginarlo onirico nelle tue performance?
Totalmente, credo interamente nell'involontaria soluzione di tutti i problemi, dal momento che non sono una persona particolarmente razionale, anche se ho a che fare con sistemi probabilmente sviluppati da persone estremamente razionali, creatori di valuta e profitti. Penso intensamente alle questioni per trovarvi delle soluzioni lineari, che arrivano da sé, in seguito, senza al cuna relazione con quello che avevo pensato. Gli spettacoli funziona no allo stesso modo: tu fai un pia no, per cercare di ottenere determinati effetti e sai perfettamente, fin dall'inizio, che tutte le casualità, che accadono ogni qualvolta metti assieme un'attività orchestrata e densa, possono fare o disfare lo spettacolo. Questa è la tensione: se succede, riuscirò a vederlo? E la ragione per cui non guido neanche più le macchine, durante gli spettacoli e mi preoccupo esclusivamente di quegli elementi casuali, quei segni che indicano l'andamento dell'azione. Come in Illusions of Shamleess Abundance, dove a un certo punto vidi quel vecchio braccio inserirsi per cercare di abbattere i pianoforti in fiamme e salvare la gente dal calore cauterizzante. Combatté valorosamente avendo la meglio sui pianoforti e io dissi: "Questa macchina deve sacrificarsi". Così, e quelle erano cose sulle quali avevo perso mesi di lavoro, dissi: "Jonathan. Mandala tra le fiamme", e lui: "Co sa?", "Mandala in mezzo ai pianoforti!". E alla fine abbiamo sacrificato questo enorme animale, per restituire l'azione al meglio.
In quale misura questi meccanismi sono delle sculture?
Qualcuno ne ha parlato come di sculture cinetiche... Se tu mi dessi dei soldi per aver fatto delle sculture, ti direi che sono delle sculture. Ma cosa significa scultura? Vuol dire che qualcosa è stato progettato per essere messo in una teca da qualche parte e restare dissociato dal resto del mondo? Da qualsiasi tipo di mondo? Secondo me la definizione è contaminata dal passato e dalla storia di ciò che scultura ha significato. Sfortunatamente la maggior parte delle sculture, come quasi tutte le forme d'arte, sono in giro per servire la struttura del potere. A me piace pensare che non sia lo stesso per ciò che facciamo noi.
Una posizione dialettica...
La posizione dialettica è molto importante in quanto, secondo me, si lavora veramente in opposizione quando si cerca di far qualcosa di nuovo o realmente diverso. Comunque, di loro penso che siano "performing machines"; saranno sculture quando io sarò morto e tu sarai in grado di trovarvi molti elementi al riguardo: "Questa era in quel dato show e quest'altra nell'altro".
Sono quantomeno composizioni, in particolar modo quelle che utilizzano parti di animali o sembianze umane, mescolate a parti meccaniche puramente astratte... Allo stesso modo degli F-16.
Per me è una specie di cosa frankensteiniana: costruisco degli elementi del carattere, ogni macchina riflette il carattere delle persone che l'hanno messa assieme; allo stesso modo, io le progetto sull'idea che ho del loro carattere. Ad esempio, il "grande braccio"... avevo visto quelle scavatrici e le avevo trovate veramente stupide perciò avrebbero dovuto essere vive. Ci va sistemato su qualcosa che gli impedisca di scavare, ad esempio una mano che gli dia la possibilità di raccogliere oggetti e senza venir guidato da qualcuno. Ha bisogno di un computer, sensori elettronici sul posto.. . era così che me lo vedevo, ed era veramente antropomorfico, pur non essendo molto diverso nella sostanza da una scavatrice, il grande braccio aveva quel piccolo tocco in più che lo faceva sembrare una creatura che serviva a uno scopo veramente significativo in molti show. Ho fornito la macchina di una personalità che è, per questa, il modo di avvicinarsi all'intelligenza: una personalità reale che la renda idiosincratica. Prendiamo gli elementi e li concentriamo insieme, comprimendoli al massimo rispetto a come sarebbero normalmente... componenti, idee, possibilità che conducono alla situazione/sorpresa.
Gli SRL sono l'attività lavorativa della tua vita?
Fino a questo momento. L'ho fatto per dieci anni e continua a soddisfare le esigenze che originalmente mi appagavano. Mi dà qualcosa in costante mutazione, che rappresenta una sfida reale e in cui mi sento libero di manovrare. Non mi sento di essere parte del mondo che ho sempre odiato, il mondo del commercio o come vuoi chiamarlo. Ma non sono inattivo, riesco a muovervi e a lavorare, riesco a sentirmi vivo, un punto di collegamento...
Ciò che ti permette di fare qualcosa a cui tieni e sopravviverci.
Esatto. E non appena non sarà più così, non sarà più Survival Research Laboratories, ma qualcosa di diverso.
Cosa dici dei tecnici e loro conoscenze, che avete portato via dall'industria della difesa per integrarli in cose come gli SRL.
Abbiamo persone che lavorano ai laser di Guerre Stellari, che ci accompagnano nei loro laboratori come si andasse a fare compere: otteniamo pezzi e attrezzature. Alcuni di loro prendono materiale dai loro laboratori o dalle loro ditte per portarlo qui da noi e poi lavorano con noi. Non so se considerino il loro lavoro così immorale, lo fanno perché possono sbizzarrirsi con giochi alquanto interessanti, perché rappresenta una sfida. Hai strumenti che non avresti ottenuto altrove e solo attraverso il Dipartimento della Difesa vieni pagato per usarli. Le cose cambiano molto rapidamente e non penso che dovrò penare per coinvolgere altre persone appartenenti a quel mondo: l'intero consorzio della scienza militare sta crollando. Fra un anno o due ci saranno migliaia di esperti ricercatori disoccupati. (Nota bene che l'intervista è stata raccolta assai prima di ogni ipotesi di guerra, N.d.T.) Ho paura che ci sarà qualcuno che salterà fuori con qualche battaglia batteriologica che spazzerà via qualche città, qualcuno semplicemente annoiato che non ha più lavoro. Dove sarà tutto il plutonio di Lawrence Livermore? O Rocky Flats? Io so cosa è successo: qualche addetto l'ha fatto sgusciare via dal retro e l'ha piazzato da qualche parte. Succede spesso, questi incidenti saranno un effetto della demilitarizzazione dell'industria.
Personaggi filobellici che si mettono assieme per iniziare le loro piccole, personalizzate e indipendenti milizie.
Per fortuna anche i militari hanno dei problemi di gestione della loro stessa disinformazione; sono così fuori dalla realtà che non riescono neanche a portare avanti le loro piccole politiche conservatrici, proprio a causa del loro essere così spiazzati, nel distinguere il reale dall'irreale. Certamente, sono un sognatore diurno, penso sempre alle macchine; è una specie di tecnica di massaggio mentale Ho fatto delle ricerche su generatori acustici a bassa frequenza che producono suoni estremamente potenti. Ho circa 400 documenti e articoli sull'argomento e ho stabilito che, se usati in un certo modo, non sono affatto pericolosi, ma sono un potente strumento di manipolazione dell'umore: una dimostrazione della potenza delle onde sonore impercettibili e interagenti con le strutture. Queste applicazioni non sono mai state fatte prima e quando ne ho sentito parlare ne sono stato totalmente coinvolto. I resoconti indicavano una simultaneità di reazioni... ti sentirai molto stordito, il volto ti si arrossirà, avrai le vertigini. Se fossi ubriaco, lo diventeresti ancor di più. Perderai circa il 20% del punteggio in un test d'intelligenza e circa il 15-20% della capacità di stare in equilibrio. Ti fa vibrare la cassa toracica e tremare così tanto gli occhi che non riesci più a vedere chiaramente, come se qualcuno ti afferrasse e scuotesse violentemente.
Userai queste cose ai tuoi spettacoli?
Sicuro, associate ad altri strumenti diversi. Non sono nocive, e poi ci sono centinaia di studi sui vari effetti. Era stato testato sulla gente perché la NASA e i servizi militari pensavano di utilizzarle come arma e temevano che potesse danneggiare i razzi in volo.
Non è a disposizione dei poliziotti antimmossa francesi per il controllo della folla?
Loro adoperano uno strumento molto pericoloso: gli ultrasuoni... onde ultrasoniche a modulazioni diverse. L'ho visto al telegiornale, dove c'è un tipo coi binocoli e questi transduttori a ultrasuoni, che lanciano 2 diverse frequenze, che spara a un cavallo durante una corsa e questo perde totalmente il controllo. Ha beccato il tipo, ma questi pericolosi giocattolini sono gli stessi che ha in dotazione la polizia francese. Questi trasduttori a onde ultrasoniche differentemente attribuiti su due frequenze differenziate di circa 30 Hz, così succede che emetti un grido dalla frequenza elevatissima, che in realtà non odi ma che danneggia seriamente, fino a lacerazioni interne se prolungato in eccesso. E' estremamente destabilizzante, soprattutto se associato a frequenze bassissime, poiché esperisci due toni diversissimi, 16.000 e 30 Hz, al tempo stesso, un colpo altissimo ed uno bassissimo: questo ti fa crollare.
A San Francisco fu fatto, nel 1969, un concerto sperimentale cogli infrasuoni, musica della nuova era che avrebbe dovuto euforizzare la gente. Cani e gatti fuggirono, la gente era a disagio e abbandonb la sala. Ogni parte del tuo corpo ha una frequenza di risonanza, che è la ragione per cui devi essere estremamente accorto nell'usarle. Le frequenze veramente pericobse si trovano nell'area dei 2.000 Hz.
Qual è l'effetto ideale che vorresti raggiungere se avessi la tecnologia adeguata a tua disposizione.
Lo vorrei utilizzare come una sorta di tranduttore emozionale, che facesse sentire il pubblico come dei bambini, in un modo molto particolare. Staranno a guardare una scena e, che lo vogliano o no, dovranno sentirserne felici, come se fossero su di giri, euforici... una forma di piacere... Insomma, cerco di ricalcare il ruolo che ha il suono in ogni tipo di produzione, utilizzo il suono per evocare le stesse emozioni tradizionalmente attribuite alla musica, quel potenziale trasformazionale che essa aveva. Intendo ridurre il suono al comun denominatore basilare, usandone i toni puri, con la differenza che dovrò attrezzarmi con almeno 30.000 watt acustici. Considera che un fischietto di un poliziotto alla massima intensità arriva a 1 watt, che la tua voce è 1 milliwatt, e che se avessi un'amplificazione da 100.000 watt sputerebbe fuori solo 3.000 watt acustici. Non vorrei donne in gravidanza allo spettacolo: è sicuro, ma comunque di estremo disturbo. Penso che vi siano degli interessanti paralleli tra quello che facciamo noi, nelle performance e nelle presentazioni, e le cose connesse alla R.V. Nonostante le inevitabili limitazioni, noi tentiamo di creare delle situazioni che scatenino degli interrogativi e che permettano alla gente di troncare con la limitata realtà che hanno ora a disposizione, giocando con i simboli e prendendo in considerazione la confusione reale della nostra cultura. Sfruttiamo questo aspetto della cultura occidentale per realizzare degli spettacoli dove la gente interagisce come vittima, con un mondo abitato da macchine, costruito per soddisfare le esigenze di questi congegni meccanici antropomorfizzati. In un certo modo, le macchine che costruiamo sono molto sofisticate, siamo però limitati dal fatto che nella nostra cultura è possibile, perlomeno secondo la pubblicità di Ron Reesman, diventare ricchissimi, grazie all'utilizzo della tecnologia sperimentale, o per salvare la gente o per ammazzarla. Puoi ricevere po' meno soldi per costruire cose che abbiano applicazioni pratiche o di consumo, di interesse di massa. E puoi ricevere praticamente nulla per creare situazioni molto intense e deflagranti, come quelle irreali che si presentano ai nostri spettacoli, che qualcuno può definire "arte", ma che per noi sono solo parte di un processo di restituzione sociale.

STELARC:le estensioni del corpo

































Stelarc è nato nel 1946 a Limassol, Cipro e vive e lavora in Australia. Come una specie di nomade cibernetico, ha però spostato il suo corpo e le sue sperimentazioni in luoghi geografici molteplici , attraversando gli istituti di ricerca e le università dove lavora: Tokio, Toronto, Berlino, Londra. Ha utilizzato strumenti medici, protesici, sistemi di realtà virtuale e Internet per esplorare, estendere e amplificare i parametri operativi del corpo; ha filmato all'incirca 2 metri del proprio spazio fisico interno (polmoni, stomaco, colon) con una scultura-sonda, Si è sospeso a sistemi di uncini conficcati nella propria carne per 25 volte tra il 1976 e il 1988. Ha messo in scena delle performance con una terza mano, con un braccio virtuale e con un corpo virtuale. Lavori come Ping Body e Parasite mettono alla prova le nozioni di sistemi nervosi esterni, estesi e virtuali collegando il corpo dell'artista a Internet. Nel 1995 Stelarc ha ricevuto una borsa di studio triennale dalla Commissione australiana per le arti visive. Nel 1997 è stato nominato professore onorario di arte e robotica alla Carnegie Mellon University. Al momento è consulente alla ricerca per la Nottingham/Trent University. 1968-1970: Performance multimediali 1970-1994: Performance “Amplified body , 1972-1975: Sospensioni del corpo con funi 1973-1975: Filma l'interno del suo corpo realizzando 16mm di film a colori del suo stomaco(14 minuti), del suo colon (16 minuti), e dei sui polmoni(15 mins). Realizza anche il film della scansione a raggiX di tutto il suo corpo(60 minuti) 1976-1994: Conferenze e seminari sull' evoluzione, l'intelligenza artificiale, protesi, robot, sitemi uomo-macchina e riprogettazione del corpo 1976-1981: Progetto della “Third Hand 1976-1988: Sospensioni con ganci inseriti nella pelle 1981-1994: Performance “Third Hand 1992-1993:Prgetto della “Virtual Arm 1993: “Stomach Sculpture 1994: “Muscle Stimulator System 1995-1998: Internet Performance: “Fractal Flesh, “Ping Body e “Parasite 1998: Costruzione dell' “Exoskeleton 2000: Costruzione dell' “Extended Arm 2000-2001: Costruzione del prototipo “Hexapod.

Stelarc lavora sull’artificialità del corpo intesa come territorio di sperimentazione e mezzo con cui mettere alla prova e testare i limiti della componente organica del nostro corpo biologico. Stelarc vuole superare le limitazioni della "vecchia carne" sottoponendola a condizioni estreme e dimostrandone l’attuale obsolescenza, aprendo una via ai possibili innesti tecnologici. Le pratiche di Sterlac vogliono quindi quasi essere sperimentazioni scientifiche e vanno al di là dei masochismi espliciti degli "Azionisti Viennesi" degli anni Sessanta-Settanta, che inscenavano performance con violente mutilazioni corporee autolesioniste e non vogliono neanche essere azioni artistico-espressive corporee come quelle di molta Body Art. La tecnologia non è vista come qualcosa di opprimente e castrante, bensì come mezzo per amplificare l’azione corporea ed arrivare alla costruzione di un "organismo nuovo", un cybercorpo, che, tramite la tecnologia, può allargare l’area dell’esperienza e aprire la strada verso possibilità insperate. Già alla fine degli anni Sessanta Stelarc sperimenta pratiche che tendono a verificare i limiti fisiologici e psichici dell’organismo umano, e inizia ad indagare strumenti di potenziamento del corpo. Sono un esempio di questo le "sospensioni" che egli inscenò nei primi anni della sua azione artistica, in cui sospendeva in aria il suo corpo prima retto da imbragature, poi da ganci infilzati nella pelle (come alcuni rituali sciamanici). In questo modo il corpo viene "educato" alla resistenza e al superamento delle condizioni limite, come in alcune forme di ritualità orientale e di teatro giapponese, al fine di studiarne le dinamiche strutturali in seguito agli interventi diretti perpetuati dall’uomo e dalla tecnologia su di esso. “...Sono sempre stato affascinato dall'immagine del corpo nello spazio - immagine tanto primordiale quanto legata alla contemporaneità. Spesso sognamo di fluttuare e volare, e molti rituali primitivi comportano la sospensione del corpo secondo varie modalità, in più oggi il corpo può galleggiare in assenza di gravità. Queste "sospensioni" si collocano tra la fantasticheria e la realtà dell'astronauta, così sono sempre esistiti casi di collocazione del corpo nello spazio, questo è impulso iniziale. Nelle prime sospensioni io appendevo qualcun altro ma, dal momento in cui i progetti implicarono maggiori difficoltà, dovetti io stesso assumermi le conseguenze fisiche e mi preparai a eseguirle da solo... Le vere e proprie pratiche di ibridazione tecnologica iniziano con gli esperimenti della "terza mano" (iniziati nel 1984): qui la struttura corporea viene amplificata attraverso una protesi meccanica di una mano che viene interfacciata al corpo umano. Mentre le "sospensioni" richiamavano l’idea di un corpo attraversato dal flusso tecnologico per il suo ergersi nel vuoto quasi in una progressiva smaterializzazione, con gli innesti tecnologici il corpo si fa realmente contaminato dalla tecnologia. Quella di Stelarc, è una teoria estrema: il corpo umano mostra in questo periodo i limiti del suo sistema evolutivo, le mutazioni sono necessarie per sopravvivere; il corpo umano ha smesso di adattarsi ai cambiamenti prodotti dalle cyberculture e la sua sfida è quella di rivestirlo con una pelle sintetica in grado di sopportare le mutazioni esterne e di adattarsi ad esse, un corpo al cui interno funzionano tecno – organi. Questo corpo biologico fatto di carne e sangue, organi e umori, è divenuto ormai obsoleto e necessita, per la sua sopravvivenza, di protesi e innesti tecnologici estremamente avanzati. Il corpo così com’è non è più in grado di vivere adeguatamente una realtà che si sta evolvendo a velocità incontrollabili. “...Lo psicocorpo non è né robusto né affidabile , il suo codice genetico produce un corpo che spesso funziona male e si affatica velocemente , consentendo solo ristretti parametri di sopravvivenza e limitando la sua longevità. La sua chimica fondata sul carbonio, genera emozioni obsolete. Lo psicocorpo è schizofrenico.il cybercorpo non è soggetto ma oggetto , non un oggetto di invidia ma un oggetto di ingegneria . Il cybercorpo è irto di elettrodi e di antenne che amplificano la sua capacità e proiettano la sua presenza in luoghi remoti e spazi virtuali... Solo modificando la fisiologia umana si potrà essere in grado di produrre un pensiero radicalmente nuovo :è necessario quindi, secondo Stelarc, iniziare a pensare al corpo come a una struttura componibile, pronta ad ospitare al proprio interno innesti tecnologici che possano operare, agire, evolversi autonomamente, sostituendosi ad organi imperfetti ,spesso malfunzionanti e comunque destinati al decadimento fisiologico. L’Artista australiano persegue la realizzazione di un corpo che non è più umano , cioè biologico - neurologico , ma non è neppure semplicemente tecnologico - artificiale, è la zona ad alta tensione dell’organismo ibrido, in cui convergono carne e circuiti, software e neuroni, coscienza e manipolazione programmata. Una zona di frontiera in cui nanotecnologie microminiaturizzate impiantate all’interno di un corpo produrranno non solo un costrutto modificato e modificabile , ma genereranno nuove modalità di percezione del reale , ampliando le attuali modalità di conoscenza . Con Stelarc si entra nel territorio della fusione , della sintesi, della compenetrazione , si assiste alla creazione di una interfaccia uomo/macchina in un processo di ibridazione con cui si elimina la distinzione tra ciò che rientra nella sfera dell’ artificiale e ciò che invece permane ancora come naturale, una ibridazione creata dalla commistione che l’uomo e la macchina produrranno l’uno sull’altra. “...Il corpo perfetto e assoluto non mi interessa: ciò che mi interessa è seguire una strategia dalle molteplici possibilità. Il corpo postumano è quello che diventa l’ospite di nanotecnologie che tendono a liberarlo dalla fatica dell’invecchiamento , che lo migliorano nella sua funzionalità. Il corpo postumano si estende ad una entità robotica, si connette con la realtà virtuale e si rapporta ad una intelligenza esterna , artificiale e quindi si potenzia. Il corpo postumano non è il regno del cyborg , non è appesantito da tute virtuali, ma è il luogo dove intelligenze autonome si moltiplicano, dove corpi - macchina generano immaginialimentate da informazioni autonome che diventano nuove forme di vita... Il corpo, nelle performance di Stelarc, si fa quindi oggetto di riprogettazione, di sperimentazione tecnologica, viene programmato per modificare la sua struttura. Questo però non è visto da Stelarc come una forzatura castrante per tutti gli individui: per lui è una scelta, una forma di libertà soggettiva: diventa necessario, per l'artista, mettere a punto un programma evolutivo che se da una parte deve permettere il passaggio , il salto , da una evoluzione di tipo biologico - naturale a una di tipo tecnologico – artificiale, dall'altra deve essere invece in grado di eliminare secoli di pregiudizi e paure nei confronti della manipolazione del corpo: “...Ritengo che la libertà di forma piuttosto che quella di informazione, ti permetteranno di modificare la tua attuale struttura del DNA. Per quale motivo l'intelligenza dovrebbe essere incassata soltanto in questa forma bipede secondo questa chimica del carbonio e queste particolari funzioni? Adesso il punto è come espandere l'intelletto, creare antenne sensoriali e sperimentare soggettivamente uno spettro di realtà più ampio, come estendere la nostra ampiezza vitale. Penso che il problema non sia il perpetuarsi tramite riproduzione ma piuttosto concentrarsi sul soggetto per ridisegnarlo. Forse, quando gli uomini si saranno spinti fuori dalla terra, le rigide credenze religiose, politiche e sociali non saranno più così tenaci e ci saranno spinte che renderanno più facile la possibilità di ridisegnare il corpo senza traumi per la nostra cultura planetaria... La posizione di Stelarc è abbastanza estrema e molti lo hanno accusato di non occuparsi a fondo delle conseguenze sociali ed individuali che simili mutazioni potrebbero comportare. Le sue pratiche comunque non lasciano indifferenti verso certi scenari di postumanità e scatenano parecchi interrogativi e riflessioni in chi vi assiste. Sono inoltre uno specchio degli immaginari della nostra epoca e, attraverso queste, è possibile vedere concretamente realizzate le tendenze ibridanti e mutanti che hanno animato tanta letteratura del nostro secolo (come il cyberpunk) e preparare la nostra mente al mutamento dei corpi cui le tecnologie ci stanno progressivamente portando.

LYLE DOGHEAD:from mutoid waste company wreker


eppur si muove

LYLE DOGHEAD | MySpace Video

MUTOID WASTE COMPANY




















































Mutoid Waste Gang Company sono un gruppo di 8-20 persone (ma continuamente si aggregano persone affascinate dal modo di vita della compagnia, che continuano il tour con loro) fra i 18 e i 34 anni che vengono più o meno tutti dalla scena del punk londinese.

Sono una tribù di creativi riciclatori, una off-beat band di transumanti che vive in giro per il mondo dentro caravan fra rottami e pezzi meccanici organizzando eventi in spazi ampi e generalmente all'aperto. La scenografia è costituita da macchine, motori, sculture mobili e gigantesche realizzate da loro stessi a partire da inutili rottami.

Sono predicatori urbani mutanti, nomadi per scelta, della nuova era: sono esempi viventi della "junk modernity", con un'insolita filosofia: sostengono infatti che bisogna mutare e lasciarsi mutare. "Uomini e cose devono mutare fisicamente e i cambiamenti in un disastro o una post-apocalisse devono essere profondi se si vuole sopravvivere." La loro filosofia ha qualche somiglianza con Mad-Max (il film girato nel deserto australiano dopo l'olocausto del XXI secolo). Come Mad-Max usano i più disparati attrezzi e in mancanza di pezzi se li costruiscono rovistando fra i rottami, ma sostengono che la scelta della loro vita, ispirata dai 2000 AD Comics, è precedente alla visione del film.

Sono dei provocatori, meccanici artisti e artisti meccanici, gente selvaggia, performer e pazzi ispirati che, per mezzo della mutazione del mondo circostante, cambiano l'ambiente in cui vivono.

La musica, che fa da sottofondo durante le esibizioni, è suonata su strumenti a percussione che hanno realizzato personalmente. E' una musica elettro-industriale ad altissimo volume, quasi un blues da rotaia mischiato con gospel di Neanderthal.

Qualcuno li definisce degli anarchici, loro semplicemente si reputano dei mutanti, completamente coscienti di una scelta, cioè di non essere politici, ma di vivere esattamente secondo le loro idee del mondo.

Uno spettacolo dei Mutoidi è qualcosa di molto divertente e coinvolgente, assolutamente da vedere, perché stravolge la prospettiva classica abolendo il "centro dell'azione", e facendo avvenire tutto in mezzo al pubblico.